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domenica 19 aprile 2009

Da:l'arte di convivere con sorella ignavia e fratello silenzio.


Era arrivato il grande giorno,non aspettavo altro oramai da anni,mi sarei rifatta di tutte le umiliazioni subite,ero davanti all'aula del tribunale dove avrei dovuto presenziare in nome dell'ingiustizia ricevuta,mi sentivo forte e nello stesso tempo debole di fronte agli squali che erano pronti a fare scempio di me e della mia verità.
Accanto a me Irma la mia compagna di sventura,anche lei vittima come me dell'arroganza di quelli che si credono i padroni del mondo,Irma era accanto e mi infondeva forza con le sue parole d'incoraggiamento:"Carla sei tutte noi,siamo nelle tue mani,riuscirai a mettere nel sacco questi prepotenti,dovranno pentirsi amaramente,di averci licenziate per mettere al nostro posto le loro protette.
Durante l'interrogatorio avevo il cuore in gola,le mani sudate e che tremavano,ma non fu questo ad ostacolare la mia lingua,ormai divenuta una spada che toccava,toccava e non perdonava nessuno,infieriva e dilaniava le carni di quegli omuncoli che non aspettavano che la mia resa,ma ero entrata ormai nella parte della Cyrano di turno e niente mi poteva fermare.All'uscita dell'aula Irma mi aspettava con un espressione soddisfatta:"Andiamo a prendere un bel cappuccino Carla ancora non abbiamo fatto colazione".

2 commenti:

barbaro n. ha detto...

bellissimo racconto a puntate.

Eva Ricciuti ha detto...

BELLO!