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sabato 4 aprile 2009

A domani


(Ger. Lib. IX, 62: «[...]s'indorava la notte al divin lume / che spargea scintillando il volto fuori. / Tale il sol ne le nubi ha per costume / spiegar dopo la pioggia i bei colori; / tal suol, fendendo il liquido sereno, / stella cader de la gran madre in seno»)
«Era la notte, e ël suo stellato velo / chiaro spiegava e senza nube alcuna, / e già spargea rai luminosi e gelo / di vive perle la sorgente luna....». (Ger. Lib. VI, 103).


Zibaldone Leopardi G. [1]:

«Palazzo bello. Cane di notte dal casolare, al passar del viandante. Era la luna nel cortile, un lato tutto ne illuminava, e discendea sopra il contiguo lato obliquo un raggio...».
Quell'obliquo raggio tramuta in rasoiata, l'abbaiar dei cani in «non abbaiare», e il lume del «verecondo raggio / della cadente luna» .

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