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lunedì 14 settembre 2009

Accursio Miraglia, delitto annunciato


«Meglio morire in piedi, che vivere in ginocchio!
», soleva dire Accursio Miraglia.
Una frase presa in prestito dal romanzo
di Ernest Hemingway «Per chi suona la
campana», ma che lui ormai sentiva come
sua. La ripeteva spesso alla moglie, alle
sorelle e ai compagni del partito e del
sindacato, ogni volta che gli agrari e i gabelloti
mafiosi lo minacciavano o gli facevano
arrivare l’invito a farsi i fatti propri.
In quei primi anni del secondo dopoguerra,
Miraglia era dirigente del Partito
comunista e segretario della Camera del
lavoro di Sciacca. Si era messo in testa di
far applicare anche nel suo paese i decreti
Gullo sulla concessione alle cooperative
contadine delle terre incolte o malcoltivate.
E il 5 novembre 1945 aveva costituito
la «Madre Terra», una cooperativa di
centinaia di braccianti e contadini poveri,
alla quale fece assegnare diversi ettari
di buona terra. Un gravissimo affronto
alla "sacra" proprietà privata, che, giorno
dopo giorno, faceva imbestialire i latifondisti
e i gabelloti mafiosi, che decisero
di fargliela pagare.

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