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martedì 17 febbraio 2009

Poesia per la povera Paternò


"O paese vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane e vino
tarallucci e cotechino.

E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia a un pallone.

Beve e beve e all’improvviso
gli diventa rosso il viso,
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia…

Così muore Paternò
e gli fanno il funerale,
dalla polvere era nato
ed in polvere è tornato.
(Gabriele D’Annunzio)"

10 commenti:

Anonimo ha detto...

ma sei paternese o no ? un paese così ben governato e tu ti lamenti? non sarai mica una di quelle comuniste piagnone

charmel ha detto...

Anselmo con codesto nome sicuramente non sei di Paternò,o sei di parte,sono piagnona soltanto perchè c'è da"chiagniere"veramente,se sei di Paternò o sei drogato o hai i prosciutti negli occhi.

charmel ha detto...

Anselmo posso sapere come hai trovato il mio blog?

Lisa ha detto...

ciao , charmel.... se vuoi una mano x il tuo blog , batti un colpo, sarò felice di aiutarti almeno a rimettere l'ora...baci

charmel ha detto...

SEi carinissima per sesempio mi spieghi come inserire gli optional che stanno ai lati del blog?avatar,emoticons etc etc......

Lisa ha detto...

si ok. se hai un messenger dammil'id cosi posso guidarti...

v3l3nomortale ha detto...

Parafrasando la frase di un vecchio fil di Abbatantuono "Anselmo... gia' il nome mi sta sui ball". Brava Charmel non mollare.

charmel ha detto...

Grazie v3l3no,a proposito ne avresti un pò da prestarmi?(veleno).Poi tu che sei bravo in materia vedi se si può somministrare bloggando

Maurizio Spagna ha detto...

TRENT ‘ ANNI DOPO E’ PER SEMPRE…
…le crisi, le voci apparvero
imbrogliando sulla soglia,
una sorta di fragilità
e di angoscia da rivivere
in una vertigine d’amore…


“È sempre perplesso
Che strano quell’uomo..”

È insolito
Che quando rifletto
Da tutto ciò che sfiorisce
Sfiorisco anch’io
Perdo i petali di casa
È curioso
Che quando ripercorro
Tutto ciò che è perduto
Di quello sfigurato
Sciagurato
Periodo percettivo…
Oscillo come un fiore.

È il vento che sceglie
All’improvviso
Il tuo nervo
Accarezza il vuoto.

“Si priva di saluti
E com’è mascalzone
Che strano quell’uomo.”

Alle voci ingarbugliate...
Ma le pagine più belle
Di una vita al fiordaliso
Si posano
Fra le labbra di un lobo
Nel seno di un loto
E i fiori azzurri delicati
Crescono
In un gran grano d’amore.


Da “Ammissioni”
di Maurizio Spagna
www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-

charmel ha detto...

Bellissima ode Maurizio,sono lusingata del tuo intervento,volevo postare nel tuo blog ma pultroppo non ci sono riuscita.A presto Maurizio.