Ricordando un film della grande Lina Wertmuller:" Io speriamo che me la cavo",tratto da un libro di Marcello D'orta, c'è una sequenza dove un Bambino di Corzano (Na)legge un tema, io non posso fare a meno, ogni volta che lo guardo e sento le parole del tema, immaginare Paternò come luogo dell'evento descritto dal bambino.
Sarà l'aria che tira?
"Io, la parabola che preferisco è la fine del mondo, perché non ho paura, in quanto che sarò già morto da un secolo. Dio separerà le capre dai pastori, una a destra e una a sinistra. Al centro quelli che andranno in purgatorio, saranno più di mille migliardi! Più dei cinesi! E Dio avrà tre porte: una grandissima, che è l'inferno; una media, che è il purgatorio; e una strettissima, che è il paradiso. Poi Dio dirà: "Fate silenzio tutti quanti!". E poi li dividerà. A uno qua e a un altro là. Qualcuno che vuole fare il furbo vuole mettersi di qua, ma Dio lo vede e gli dice: "Uè, addò vai!". Il mondo scoppierà, le stelle scoppieranno, il cielo scoppierà, Paternò si farà in mille pezzi, i buoni rideranno e i cattivi piangeranno. Quelli del purgatorio un po' ridono e un po' piangono, i bambini del limbo diventeranno farfalle. Io, speriamo che me la cavo"
Pensieri e vaneggiamenti di una persona qualunque,al di sopra di ogni sospetto.
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mercoledì 26 maggio 2010
venerdì 21 maggio 2010
Piantala con l'omertà paternese coltiva la speranza.
"Nenti sacciu e nenti vitti e si ceru durmivu e si chiddu chi haiu dittu currispunni a dittu nenti haiu dittu"
Epilogo di un processo a paternò,vi aggiorneremo alle prossime puntate.
mercoledì 19 maggio 2010
La bilancia del sovrano illuminato
La bilancia serve a determinare il numero che corrisponde al peso.
Se gli uomini non cercano di agire su di essa, non è certo per avversione al profitto: è perchè il contrappeso non sarebbe in grado, nel loro interesse, di aumentare o diminuire il numero, nè il braccio potrebbe rendere il carico più leggero o più pesante. Gli uomini non cercano di agire su di essa per la buona ragione che sanno che sarebbe inutile.
Così quando regna un sovrano illuminato, i funzionari non hanno modo di influire sulla legge, nè i magistrati di agire per proprio conto. Sapendo che sarebbe inutile tentar di agire su di loro, non si fanno scivolare di nascosto nelle loro mani brocche di vino.
Quando la bilancia attende il suo carico, dritta ed equa, bricconi e furfanti non hanno modo di far trionfare il loro interesse personale.
(Guanzi, 67)
NOTA: Il Guanzi è il titolo di una compilazione di scritti diversi, datata dal IV al II secolo a.C. alla base del legismo, una corrente di pensiero sviluppatasi durante il periodo degli Stati Combattenti in Cina
Se gli uomini non cercano di agire su di essa, non è certo per avversione al profitto: è perchè il contrappeso non sarebbe in grado, nel loro interesse, di aumentare o diminuire il numero, nè il braccio potrebbe rendere il carico più leggero o più pesante. Gli uomini non cercano di agire su di essa per la buona ragione che sanno che sarebbe inutile.
Così quando regna un sovrano illuminato, i funzionari non hanno modo di influire sulla legge, nè i magistrati di agire per proprio conto. Sapendo che sarebbe inutile tentar di agire su di loro, non si fanno scivolare di nascosto nelle loro mani brocche di vino.
Quando la bilancia attende il suo carico, dritta ed equa, bricconi e furfanti non hanno modo di far trionfare il loro interesse personale.
(Guanzi, 67)
NOTA: Il Guanzi è il titolo di una compilazione di scritti diversi, datata dal IV al II secolo a.C. alla base del legismo, una corrente di pensiero sviluppatasi durante il periodo degli Stati Combattenti in Cina
lunedì 17 maggio 2010
i perdenti hanno già dato battaglia, prima ancora di cercare la vittoria.
"Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità"
La strategia è la via del paradosso. Così, chi è abile, si mostri maldestro; chi è utile, si mostri inutile. Chi è affabile, si mostri scostante; chi è scostante, si mostri affabile.
Coloro che non sono del tutto consapevoli dei danni derivanti dall’applicazione delle strategie non possono essere neppure consapevoli dei vantaggi derivanti dalla loro applicazione.
Chi in cento battaglie riporta cento vittorie, non è il più abile in assoluto; al contrario, chi non dà nemmeno battaglia, e sottomette le truppe dell’avversario, è il più abile in assoluto.
C’è un detto:
“conoscere l’altro e se stessi - cento battaglie, senza rischi; non conoscere l’altro, e conoscere se stessi - a volte, vittoria; a volte, sconfitta; non conoscere l’altro, né se stessi - ogni battaglia è un rischio certo”.
Gli strateghi vittoriosi hanno già trionfato, prima ancora di dare battaglia; i perdenti hanno già dato battaglia, prima ancora di cercare la vittoria.
In linea di massima, a proposito della battaglia, l’attacco diretto mira al coinvolgimento; quello di sorpresa, alla vittoria.
Quando il nemico si trova a suo agio, può essere messo a disagio; quando è sazio, gli si può mettere fame; quando è stabile, può essere scosso.
La configurazione tattica eccellente, dal punto di vista strategico, consiste nell’essere privi di configurazione tattica, ossia nella condizione “senza forma”. Quando si è senza forma, neanche gli agenti segreti più profondi sono in grado di spiarci, né gli uomini più intelligenti di tramare progetti.
Sii veloce come il vento; lento come una pianta; aggressivo come il fuoco; immobile come una montagna; inconoscibile come lo yin; irruento come il tuono.
Il leone usa tutta la sua forza anche per uccidere un coniglio.
Chi è prudente e aspetta con pazienza chi non lo è, sarà vittorioso.
Una volta colte, le opportunità si moltiplicano.
Rendersi invincibile significa conoscere se stessi
Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità
ll combattente migliore è quello che vanifica i piani del nemico;
secondo viene quello che sa spezzarne le alleanze;
dopo colui che adotta lo scontro armato;
peggiore è infine chi ricorre all’assedio.
migliori guerrieri dei tempi antichi vincevano quando la vittoria era ancora estremamente facile, così che le loro gesta non passavano per astute e non erano reputate audaci.
ll buon mercante nasconde i suoi tesori e fa come se non avesse nulla.
Il buon artigiano non lascia tracce.
Impercettibile, quasi senza forma; misterioso, quasi senza rumore: così sei padrone del destino del nemico.
Renditi invincibile e attacca il nemico solo quando è vulnerabile.
Non attaccare per dimostrare la tua forza, ma attacca solo quando la tua forza può essere applicata.
La capacità di assicurarsi la vittoria combattendo e adeguandosi al nemico è chiamata genialità.
Non contrastare il nemico che si ritira verso casa.
Lascia una via d’uscita a un esercito accerchiato.
Non incalzare un nemico disperato.
Poiché la disperazione può produrre una forza inaspettata.
Non contare sul mancato arrivo del nemico, ma fai affidamento sulla capacità di affrontarlo;
non contare sul mancato attacco del nemico, ma procurati di essere inattaccabile.
Questi i cinque pericoli del combattente:
essere troppo pronto a morire,
troppo preoccupato di vivere,
troppo portato dall’ira,
troppo attaccato all’onore,
troppo emotivo.
Educa con le arti letterarie, unifica con le arti marziali;
così otterrai la vittoria.
governanti non mobilitino l’esercito mossi dall’ira,
i comandanti non sferrino un attacco in un impeto di collera.
L’ira si trasforma in gioia, la collera in serenità; ma una nazione devastata non si può riportare al benessere,
i morti non si possono riportare in vita.
Anche se sei abile, mostrati inabile; anche se sei capace mostrati incapace
La strategia è la via del paradosso. Così, chi è abile, si mostri maldestro; chi è utile, si mostri inutile. Chi è affabile, si mostri scostante; chi è scostante, si mostri affabile.
Coloro che non sono del tutto consapevoli dei danni derivanti dall’applicazione delle strategie non possono essere neppure consapevoli dei vantaggi derivanti dalla loro applicazione.
Chi in cento battaglie riporta cento vittorie, non è il più abile in assoluto; al contrario, chi non dà nemmeno battaglia, e sottomette le truppe dell’avversario, è il più abile in assoluto.
C’è un detto:
“conoscere l’altro e se stessi - cento battaglie, senza rischi; non conoscere l’altro, e conoscere se stessi - a volte, vittoria; a volte, sconfitta; non conoscere l’altro, né se stessi - ogni battaglia è un rischio certo”.
Gli strateghi vittoriosi hanno già trionfato, prima ancora di dare battaglia; i perdenti hanno già dato battaglia, prima ancora di cercare la vittoria.
In linea di massima, a proposito della battaglia, l’attacco diretto mira al coinvolgimento; quello di sorpresa, alla vittoria.
Quando il nemico si trova a suo agio, può essere messo a disagio; quando è sazio, gli si può mettere fame; quando è stabile, può essere scosso.
La configurazione tattica eccellente, dal punto di vista strategico, consiste nell’essere privi di configurazione tattica, ossia nella condizione “senza forma”. Quando si è senza forma, neanche gli agenti segreti più profondi sono in grado di spiarci, né gli uomini più intelligenti di tramare progetti.
Sii veloce come il vento; lento come una pianta; aggressivo come il fuoco; immobile come una montagna; inconoscibile come lo yin; irruento come il tuono.
Il leone usa tutta la sua forza anche per uccidere un coniglio.
Chi è prudente e aspetta con pazienza chi non lo è, sarà vittorioso.
Una volta colte, le opportunità si moltiplicano.
Rendersi invincibile significa conoscere se stessi
Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità
ll combattente migliore è quello che vanifica i piani del nemico;
secondo viene quello che sa spezzarne le alleanze;
dopo colui che adotta lo scontro armato;
peggiore è infine chi ricorre all’assedio.
migliori guerrieri dei tempi antichi vincevano quando la vittoria era ancora estremamente facile, così che le loro gesta non passavano per astute e non erano reputate audaci.
ll buon mercante nasconde i suoi tesori e fa come se non avesse nulla.
Il buon artigiano non lascia tracce.
Impercettibile, quasi senza forma; misterioso, quasi senza rumore: così sei padrone del destino del nemico.
Renditi invincibile e attacca il nemico solo quando è vulnerabile.
Non attaccare per dimostrare la tua forza, ma attacca solo quando la tua forza può essere applicata.
La capacità di assicurarsi la vittoria combattendo e adeguandosi al nemico è chiamata genialità.
Non contrastare il nemico che si ritira verso casa.
Lascia una via d’uscita a un esercito accerchiato.
Non incalzare un nemico disperato.
Poiché la disperazione può produrre una forza inaspettata.
Non contare sul mancato arrivo del nemico, ma fai affidamento sulla capacità di affrontarlo;
non contare sul mancato attacco del nemico, ma procurati di essere inattaccabile.
Questi i cinque pericoli del combattente:
essere troppo pronto a morire,
troppo preoccupato di vivere,
troppo portato dall’ira,
troppo attaccato all’onore,
troppo emotivo.
Educa con le arti letterarie, unifica con le arti marziali;
così otterrai la vittoria.
governanti non mobilitino l’esercito mossi dall’ira,
i comandanti non sferrino un attacco in un impeto di collera.
L’ira si trasforma in gioia, la collera in serenità; ma una nazione devastata non si può riportare al benessere,
i morti non si possono riportare in vita.
Anche se sei abile, mostrati inabile; anche se sei capace mostrati incapace
Spezzate le catene che imprigionano il pensiero, e anche il vostro corpo sarà libero.
Gabbiano Jonathan Livingston
Richard Bach
Richard Bach
Ciascuno di noi è, in verità,
un'immagine del Grande Gabbiano, un'infinita idea di libertà, senza limiti.
un'immagine del Grande Gabbiano, un'infinita idea di libertà, senza limiti.
.... . ....
Il Vostro corpo, dalla punta del becco alla coda, dall'una all'altra punta delle ali,
non è altro che il vostro pensiero, una forma del vostro pensiero,
visibile, concreta. Spezzate le catene che imprigionano il pensiero,
e anche il vostro corpo sarà libero.
non è altro che il vostro pensiero, una forma del vostro pensiero,
visibile, concreta. Spezzate le catene che imprigionano il pensiero,
e anche il vostro corpo sarà libero.
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Il segreto consisteva nel sapere che la sua vera natura viveva,
perfetta come un numero non scritto, contemporaneamente dappertutto,
nello spazio e nel tempo.
perfetta come un numero non scritto, contemporaneamente dappertutto,
nello spazio e nel tempo.
.... . ....
..Scegliamo il nostro mondo successivo
in base a ciò che noi apprendiamo in questo.
Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima,
con le stesse limitazioni.
in base a ciò che noi apprendiamo in questo.
Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima,
con le stesse limitazioni.
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Puoi arrivare da qualsiasi parte, nello spazio e nel tempo, dovunque tu desideri.
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Tu seguita ad istruirti sull'amore.
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Mettere in pratica l'amore voleva dire rendere partecipe
della verità da lui appresa, conquistata,
qualche altro gabbiano che a quella stessa verità anelasse.
della verità da lui appresa, conquistata,
qualche altro gabbiano che a quella stessa verità anelasse.
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Devi solo seguitare a conoscere meglio te stesso,
ogni giorno un pochino di più..
ogni giorno un pochino di più..
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Egli imparò a volare,
e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare.
Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia
a rendere così breve la vita di un gabbiano.
e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare.
Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia
a rendere così breve la vita di un gabbiano.
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D'ora in poi vivere qui sarà più vario e interessante ...
Noi avremo una nuova ragione di vita. Ci solleveremo dalle tenebre dell'ignoranza,
ci accorgeremo di essere creature di grande intelligenza e abilità.
Saremo liberi! Impareremo a volare!
Noi avremo una nuova ragione di vita. Ci solleveremo dalle tenebre dell'ignoranza,
ci accorgeremo di essere creature di grande intelligenza e abilità.
Saremo liberi! Impareremo a volare!
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Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi.
Gli occhi vedono solo ciò’ che è limitato.
Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conoci già’,
allora imparerai come si vola.
Gli occhi vedono solo ciò’ che è limitato.
Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conoci già’,
allora imparerai come si vola.
sabato 1 maggio 2010
1 maggio festa dei lav.....ops degli schiavi.
Oggi festa ,uno maggio,per smorzare il tram tram quotidiano(si dice così?) vado a mangiare fuori ,nel solito ristorantino in riva al mare( luogo comune),si perchè sono abitudinaria, e perchè ho conosciuto in questo ristorante una ragazza fantastica che chiameremo in questo caso con un nome di fantasia per la privacy(non si dice così?)E anche per non essere riconosciuta dai suoi aguzzini ,Eva la chiameremo(vi piace?),gli aguzzini vi chiedete chi sono? Ma come non lo immaginate i ---da--to--ri-- di- -la--vo--ro,proprietari del ristorante dove Eva corre tra i tavoli,solo lei, una ragazza minuta e stanca,che lotta per portare a casa la "pagnotta"a servire tutti i lavoratori che si riposano,già che beffa,lei che si è ritirata dalla Germania per seguire la figlia qui in Sicilia , dove il lavoro che faceva lì veniva retribuito per quello che ella meritava,perchè, di che se ne dica, in Germania regna un ordine che gli italiani ormai galvanizzati da politici usurpatori di diritti e maestri di uno stile capitalistico e sprezzante che denigra i deboli e gli ultimi,si possono solo sognare.Eva fa due turni al ristorante che per me era romantico e caratteristico e adesso vedo come la locanda dei Thénardier dei miserabili di Hugò,Eva nei due turni serve ai tavoli da sola, altri camerieri non c'è ne sono, se no il suo datore di lavoro con la camicia sempre e inesorabilmente burberry o lacoste o capitalist,come fà a far quadrare i conti regalando alla moglie che sta sempre alla cassa rivestita da ori e marche alla moda un ninnolo di cartier o una barca più grande di quella che egli possiede? eva alla fine della giornata porta a casa 25.00€ somma che alla signora dietro la cassa non basta nemmeno per comprarsi le salviettine struccanti,una mamma si spacca la schiena per portare a casa 25.00€ ,vergogna, vergogna a te datore di lavoro rimpinguito dal sangue e del sudore di eva ingrossato dal tempo che Eva non può dedicare a sua figlia,non voglio alimentare gli sfruttatori e per questo non ci metterò più piede nella bettola dei Thénardier nostrani.
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