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mercoledì 21 ottobre 2009

Riflettiamo…


Alda Merini è nata a Milano il 21 marzo 1931. Di modesta famiglia ha condotto una vita assai tormentata anche per una malattia di origine nervosa che l’ha costretta in casa di cura per dieci anni. A soli sedici anni, però, il suo valore fu presto riconosciuto da Angelo Romanò e Giacinto Spagnoletti. Alda Merini fu apprezzata molto da poeti come Salvatore Quasimodo, Pier Paolo Pasolini e G.Manganelli per la sua poesia intensa e dominata da passioni amorose e religiose circondate da un filo sottile di vivace follia.

La sua prima raccolta di poesie, La presenza di Orfeo (1), uscita da Schwarz nel 1953, ebbe un grande successo di critica. In seguito vennero pubblicate altre tre raccolte: Paura di Dio, Nozze romane e Tu sei Pietro (2). Dopo vent’anni di silenzio dovuti alla malattia (il diario della tragica esperienza manicomiale è stato pubblicato nel 1986: L’altra verità. Diario di una diversa (3), escono: Destinati a morire, La Terra Santa, Fogli bianchi, Testamento, Vuoto d’amore e Ballate non pagate (4). Inoltre la poetessa si cimentò a produrre non solo poesie, ma anche prose come L’altra verità, che è appunto il suo primo libro in prosa, seguito da Delirio amoroso (5).

Nel 1993 è stato pubblicato il volumetto Aforismi e, nello stesso periodo, le viene assegnato il Premio Librex – Guggenheim "Eugenio Montale" per la poesia. E’ stata inoltre proposta dall’Accademia Francese per il Premio Nobel per la Poesia. Nel 1995 sono apparsi il volume La pazza della porta accanto (6) e successivamente nel 1996 La vita facile (7) con il quale le è stato attribuito il Premio Viareggio. Infine, nel 1997, un’antologia della sua produzione poetica complessiva è stata curata da Maria Corti nel volume Fiore di Poesia (8).


“…La verità è sempre quella,

la cattiveria degli uomini

che ti abbassa

e ti costruisce un santuario di odio

dietro la porta socchiusa.

Ma l’amore della povera gente

brilla più di una qualsiasi filosofia.

Un povero ti dà tutto

e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.”

Alda Merini, da “Terra d’amore“

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