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martedì 30 giugno 2009

Da:"la rondine sulla spalla di Pulcinella di Alessandro Cascone.(Geologo e sopratutto libero pensatore).



Se cercate su internet informazioni su Pulcinella uno dei primi risultati vi porta a Wikipedia: Puccio d'Aniello era il nome di un contadino di Acerra, [un comune balzato agli onori della cronaca in questi anni per il problema rifiuti in Campania, ndr] reso famoso da un presunto ritratto di Annibale Carracci, dalla faccia scurita dal sole di campagna ed il naso lungo, che diede vita al personaggio teatrale di Pulcinella. Pulcinella ha incarnato e continua ad incarnare il tipo napoletano, ancora oggi all'estero, il personaggio che, cosciente dei problemi in cui si trova, riesce sempre ad uscirne con un sorriso, prendendosi gioco dei potenti pubblicamente, svelando tutti i retroscena.

Che il tipo napoletano, cosciente dei problemi, riesca sempre ad uscirne con un sorriso è internazionalmente risaputo e tale nomea ha sempre trovato infinite occasioni di conferma, oggi come ieri, nel bene e nel male.

Lo è stato nel 1799 sulla scia della Rivoluzione francese quando l’alta borghesia pensava di poter parlare in maniera convincente al popolo plebeo di rivoluzione culturale e lo invitava a ribellarsi al dominio dei Borbone, anche se la storiografia su tale argomento si divide. Purtroppo la diversa lingua parlata tra plebe e borghesia e l’innata diffidenza del “tipo napoletano”, degna figlia di secoli di imborbonimento, portò non solo alla solita uscita con un sorriso ma anche a ballare per le strade mostrando le dita dei rivoluzionari mozzate, in giro per le strade in un paesaggio, descritto da alcuni turisti eccellenti dell’epoca, macabro.

Lo è stato durante il periodo dell’unificazione dell’Italia quando si volle convincere il “tipo napoletano” che ne avrebbe tratto grandi vantaggi dall’unione primo tra tutto il lavoro ed infatti all’indomani dell’unione l’industria manifatturiera napoletana (vedi per tutte quella tessile di San Leucio famosa in tutta Europa) chiudeva essendo stata inglobata nel demanio statale e l’industria manifatturiera riciclata in altri settori ma al Nord. Anche qui la storiografia, in parte, si divide.

Lo è stato durante la ricostruzione del dopo terremoto in Irpinia quando una parte delle tante decine di migliaia di miliardi di vecchie lire di soldi pubblici fu destinata per incentivare le fabbriche del Nord ad aprire sedi al Sud per poi richiudere a tempo record una volta incassati i sovvenzionamenti pubblici lasciando non solo speranze tradite ma anche mostri di cemento su un territorio già violentato per poi, un giorno, pensare di farne un parco di archeologia industriale. Qui la storiografia non si divide.

Per il tipo napoletano, pertanto, uscirne con un sorriso è stato la necessaria applicazione di un istinto di sopravvivenza, il riflesso di Pavlov alle sventure di una vita, spesso, se non sempre, ingrata. Del resto un vecchio detto popolare dice che “si ride per non piangere”, saggezza popolare.

In tutto questo ridere però è spesso mancato non solo il prendersi gioco dei potenti, svelando tutti i retroscena, ma anche il tentativo di invertire la rotta alla sgarrupata nave con la conseguenza di spingerla sempre più sugli scogli dell’indifferenza e della strafottenza. Certo, qualche pazzo in maschera ogni tanto ha fatto capolino sulla scena ma si sa, una rondine non ha mai fatto primavera, anche se la preannuncia. La primavera è un’esplosione di colori, un’insieme di suoni che messi tutti insieme possono dar luogo ad una sinfonia. La primavera la riconosci perché vedi 10, 100, 1000 rondini volare, tutte insieme nel cielo tiepido, tutte affaccendate a costruire i loro nidi perché sanno che hanno un obbligo, stabilito da madre natura, verso coloro che arriveranno a breve. Le rondini, lavorando duramente tutta la giornata, non lo fanno per se stesse ma per chi verrà dopo di loro perché solo così avranno veramente fatto qualcosa per se stesse: immortali attraverso i posteri.

1 commento:

VITA ha detto...

ciao come va?
questa sera sfrutto il collegamento di mia sorella ed eccomi qui..
mi piacerebbe essere più presente e soprattutto che il mio blog avesse una funzione più utile, e invece mi ritrovo a collegarmi ogni "morta di papa"..spero vada tutto bene anche se so veramente poco di te.
prima o poi ci sarò anch'io.
ciao