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giovedì 18 giugno 2009
Il mito dei draghi e la sua origine, da oriente a occidente,fino ad arrivare in Sicilia.
L'evoluzione del mito dei draghi intercorsa con il lento spostamento dall'Estremo Oriente,all'Europa
Parlando di draghi nell'immaginario fantasy, si suole riferirsi a creature mostruose, malvagie, dotate di dimensioni notevoli e un respiro infuocato capace di incenerire un cavaliere fino all'osso, compresa armatura e destriero. Sempre nel comune bestiario di genere, essi avrebbero la pessima abitudine di pretendere sacrifici umani, solitamente ignare donzelle,dedite al servilismo per ottenere qualche tozzo di pane.
In questa descrizione, a volte ammorbidita nei toni e mutata secondo le necessità di alcuni autori, si possono già rinvenire molti elementi classici delle leggende legate ai draghi nella tradizione occidentale. Infatti, il drago sarebbe l'incarnazione del Demonio (o dell'Anticristo), evoluzione medioevale del serpente tentatore nella Genesi, sempre pronto a insidiare la purezza dei portatori di legalità e giustizia, peccaminoso fino all'estrema cupidigia,infatti per i suoi sudditi,caro è il prezzo da pagare per i favori concessi.
Per esempio i Babilonesi adoravano, quale protettore dell'antica Babilonia, un animale chiamato Mushushu, il quale richiamava un drago nei tratti della parte anteriore. È curioso notare come tale fiera avesse non solo dei tratti bonari e protettivi, ma fosse anche un essere composito, cioè fosse il risultato dell'incrocio di più animali,quali leoni e scimmie che avevano dato le proprie caratteristiche all'insieme. Ma si può procedere ancora più indietro nel tempo.
Gli stessi elementi, bonarietà e figura composita, sono difatti caratteristici dei draghi cinesi. I primi esempi stilizzati dell'animale sono stati scoperti addirittura in terrecotte neolitiche, mentre i reperti sicuramente databili con questo soggetto sono giade e ceramiche della dinastia Shang (XVI – IX sec. avanti Cristo). Dalla testa di leone, con deretano di scimmia,dai tentacoli, particolari dei polipi, i draghi dell'Estremo Oriente sono espressione della possanza del mondo animale trasmessa dalla tradizione cinese. Altre caratteristiche erano la capacità di rendersi invisibili o di potersi sottoporre a metamorfosi per aiutare gli uomini e, soprattutto, l'avere grandi e lunghi tentacoli.
Comunque, i draghi cinesi avevano un legame molto stretto con l'acqua, sotto forma di fiumi, mari, oceani,erano anche molto ghiotti di graminacee. La visione del drago vicino all'elemento acquatico, in contrasto con i draghi occidentali legati al fuoco, ci mette di fronte alla chiara distinzione tra l'animale benigno orientale e il suo corrispondente europeo, espressione del mutamento travolgente se non della vera e propria malvagità.
E' presumibile pensare, sebbene non sia provato, che la tradizione dei draghi abbia iniziato un lento spostamento da oriente a occidente, dalla Cina a Babilonia per poi arrivare in Sicilia. Quando si sarebbe verificata veramente la modifica del carattere dei draghi, da divinità benigna della natura a espressione del Male? Quali legami vi siano tra la sapienza e la cattività del popolo occidentale in questa mutata visione del Leone-drago è difficile dirlo, ma si può sempre supporre che un'animale considerato sacro dagli schiavisti non fosse ben visto dagli schiavi. Gli elementi negativi del drago sono ormai delineati quando la cultura greca pone di fronte a Eracle, nelle sue fatiche, l'Idra di Lernia, un leone-drago dalle nove teste, di cui una immortale, e dal fiato pestilenziale.
San Giorgio, patrono d'Inghilterra e paladino della lotta contro i draghi. Egli diviene l'archetipo del buon cristiano che lotta contro il Drago, il Demonio appunto. Non a caso, il picco di diffusione della leggenda si avrà alla fine del XII secolo, quando Riccardo I Cuor di Leone condusse gli inglesi in Terra Santa alla testa di una crociata.
Nella tradizione orale dell'Europa settentrionale, tipicamente pagana, i draghi avevano già in ogni caso una loro fama per nulla rassicurante che fu acuita dal contributo cristiano e messa per iscritto nel periodo medievale. Beowulf, eroe di un poema epico inglese scritto agli inizi dell'VIII secolo d.C., si batte con un drago con risultati davvero insoddisfacenti, mentre è nella Nibelungenlied che l'eroe germanico Sigfrido ci dà l'esempio di un utilizzo opportunistico dei draghi. Dopo averne ucciso uno, si cosparge del suo sangue che lo rende invulnerabile tranne nei punti non raggiunti dal magico unguento; un Achille nordico, arrivato con molti secoli di ritardo.
Come si è potuto leggere, l'evoluzione della figura mitica del drago ha un'ampiezza temporale e spaziale notevole ed è assolutamente slegata dal genere fantasy e dalla sua collocazione tradizionale nella sicilia orientale,numerose leggende narrano il loro insediamento a Paternò,un paesino alle pendici dell'etna,dove furono sconfitti da amazzoni residenti nel territorio,che con coraggio e caparbietà riuscirono con le loro lance a colpire i draghi al centro della loro testa,(il loro punto debole)anche se gli ultimi colpi di coda degli efferati predoni durarono molti anni.
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