Pensieri e vaneggiamenti di una persona qualunque,al di sopra di ogni sospetto.
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martedì 30 giugno 2009
Da:"la rondine sulla spalla di Pulcinella di Alessandro Cascone.(Geologo e sopratutto libero pensatore).
Se cercate su internet informazioni su Pulcinella uno dei primi risultati vi porta a Wikipedia: Puccio d'Aniello era il nome di un contadino di Acerra, [un comune balzato agli onori della cronaca in questi anni per il problema rifiuti in Campania, ndr] reso famoso da un presunto ritratto di Annibale Carracci, dalla faccia scurita dal sole di campagna ed il naso lungo, che diede vita al personaggio teatrale di Pulcinella. Pulcinella ha incarnato e continua ad incarnare il tipo napoletano, ancora oggi all'estero, il personaggio che, cosciente dei problemi in cui si trova, riesce sempre ad uscirne con un sorriso, prendendosi gioco dei potenti pubblicamente, svelando tutti i retroscena.
Che il tipo napoletano, cosciente dei problemi, riesca sempre ad uscirne con un sorriso è internazionalmente risaputo e tale nomea ha sempre trovato infinite occasioni di conferma, oggi come ieri, nel bene e nel male.
Lo è stato nel 1799 sulla scia della Rivoluzione francese quando l’alta borghesia pensava di poter parlare in maniera convincente al popolo plebeo di rivoluzione culturale e lo invitava a ribellarsi al dominio dei Borbone, anche se la storiografia su tale argomento si divide. Purtroppo la diversa lingua parlata tra plebe e borghesia e l’innata diffidenza del “tipo napoletano”, degna figlia di secoli di imborbonimento, portò non solo alla solita uscita con un sorriso ma anche a ballare per le strade mostrando le dita dei rivoluzionari mozzate, in giro per le strade in un paesaggio, descritto da alcuni turisti eccellenti dell’epoca, macabro.
Lo è stato durante il periodo dell’unificazione dell’Italia quando si volle convincere il “tipo napoletano” che ne avrebbe tratto grandi vantaggi dall’unione primo tra tutto il lavoro ed infatti all’indomani dell’unione l’industria manifatturiera napoletana (vedi per tutte quella tessile di San Leucio famosa in tutta Europa) chiudeva essendo stata inglobata nel demanio statale e l’industria manifatturiera riciclata in altri settori ma al Nord. Anche qui la storiografia, in parte, si divide.
Lo è stato durante la ricostruzione del dopo terremoto in Irpinia quando una parte delle tante decine di migliaia di miliardi di vecchie lire di soldi pubblici fu destinata per incentivare le fabbriche del Nord ad aprire sedi al Sud per poi richiudere a tempo record una volta incassati i sovvenzionamenti pubblici lasciando non solo speranze tradite ma anche mostri di cemento su un territorio già violentato per poi, un giorno, pensare di farne un parco di archeologia industriale. Qui la storiografia non si divide.
Per il tipo napoletano, pertanto, uscirne con un sorriso è stato la necessaria applicazione di un istinto di sopravvivenza, il riflesso di Pavlov alle sventure di una vita, spesso, se non sempre, ingrata. Del resto un vecchio detto popolare dice che “si ride per non piangere”, saggezza popolare.
In tutto questo ridere però è spesso mancato non solo il prendersi gioco dei potenti, svelando tutti i retroscena, ma anche il tentativo di invertire la rotta alla sgarrupata nave con la conseguenza di spingerla sempre più sugli scogli dell’indifferenza e della strafottenza. Certo, qualche pazzo in maschera ogni tanto ha fatto capolino sulla scena ma si sa, una rondine non ha mai fatto primavera, anche se la preannuncia. La primavera è un’esplosione di colori, un’insieme di suoni che messi tutti insieme possono dar luogo ad una sinfonia. La primavera la riconosci perché vedi 10, 100, 1000 rondini volare, tutte insieme nel cielo tiepido, tutte affaccendate a costruire i loro nidi perché sanno che hanno un obbligo, stabilito da madre natura, verso coloro che arriveranno a breve. Le rondini, lavorando duramente tutta la giornata, non lo fanno per se stesse ma per chi verrà dopo di loro perché solo così avranno veramente fatto qualcosa per se stesse: immortali attraverso i posteri.
sabato 27 giugno 2009
Con i miei denti .........
Con i miei denti Proteggerò ogni centimetro della terra della patria Con i miei denti. Non mi accontenterò di nessun surrogato, Anche se mi appendono Per le arterie. Io restoPrigioniero del mio amore.. Per la siepe di casa,per la rugiada.. per i gigli ricurvi. Io resto Non mi schiacceranno Le mie croci Io resto Per prendervi.. e prendervi .. e prendervi A braccia aperte,con i miei denti. Proteggerò ogni centimetro della terra della mia patria Con i miei denti.
(Tawfiq Zayyad - poeta, palestinese)
giovedì 18 giugno 2009
Il mito dei draghi e la sua origine, da oriente a occidente,fino ad arrivare in Sicilia.
L'evoluzione del mito dei draghi intercorsa con il lento spostamento dall'Estremo Oriente,all'Europa
Parlando di draghi nell'immaginario fantasy, si suole riferirsi a creature mostruose, malvagie, dotate di dimensioni notevoli e un respiro infuocato capace di incenerire un cavaliere fino all'osso, compresa armatura e destriero. Sempre nel comune bestiario di genere, essi avrebbero la pessima abitudine di pretendere sacrifici umani, solitamente ignare donzelle,dedite al servilismo per ottenere qualche tozzo di pane.
In questa descrizione, a volte ammorbidita nei toni e mutata secondo le necessità di alcuni autori, si possono già rinvenire molti elementi classici delle leggende legate ai draghi nella tradizione occidentale. Infatti, il drago sarebbe l'incarnazione del Demonio (o dell'Anticristo), evoluzione medioevale del serpente tentatore nella Genesi, sempre pronto a insidiare la purezza dei portatori di legalità e giustizia, peccaminoso fino all'estrema cupidigia,infatti per i suoi sudditi,caro è il prezzo da pagare per i favori concessi.
Per esempio i Babilonesi adoravano, quale protettore dell'antica Babilonia, un animale chiamato Mushushu, il quale richiamava un drago nei tratti della parte anteriore. È curioso notare come tale fiera avesse non solo dei tratti bonari e protettivi, ma fosse anche un essere composito, cioè fosse il risultato dell'incrocio di più animali,quali leoni e scimmie che avevano dato le proprie caratteristiche all'insieme. Ma si può procedere ancora più indietro nel tempo.
Gli stessi elementi, bonarietà e figura composita, sono difatti caratteristici dei draghi cinesi. I primi esempi stilizzati dell'animale sono stati scoperti addirittura in terrecotte neolitiche, mentre i reperti sicuramente databili con questo soggetto sono giade e ceramiche della dinastia Shang (XVI – IX sec. avanti Cristo). Dalla testa di leone, con deretano di scimmia,dai tentacoli, particolari dei polipi, i draghi dell'Estremo Oriente sono espressione della possanza del mondo animale trasmessa dalla tradizione cinese. Altre caratteristiche erano la capacità di rendersi invisibili o di potersi sottoporre a metamorfosi per aiutare gli uomini e, soprattutto, l'avere grandi e lunghi tentacoli.
Comunque, i draghi cinesi avevano un legame molto stretto con l'acqua, sotto forma di fiumi, mari, oceani,erano anche molto ghiotti di graminacee. La visione del drago vicino all'elemento acquatico, in contrasto con i draghi occidentali legati al fuoco, ci mette di fronte alla chiara distinzione tra l'animale benigno orientale e il suo corrispondente europeo, espressione del mutamento travolgente se non della vera e propria malvagità.
E' presumibile pensare, sebbene non sia provato, che la tradizione dei draghi abbia iniziato un lento spostamento da oriente a occidente, dalla Cina a Babilonia per poi arrivare in Sicilia. Quando si sarebbe verificata veramente la modifica del carattere dei draghi, da divinità benigna della natura a espressione del Male? Quali legami vi siano tra la sapienza e la cattività del popolo occidentale in questa mutata visione del Leone-drago è difficile dirlo, ma si può sempre supporre che un'animale considerato sacro dagli schiavisti non fosse ben visto dagli schiavi. Gli elementi negativi del drago sono ormai delineati quando la cultura greca pone di fronte a Eracle, nelle sue fatiche, l'Idra di Lernia, un leone-drago dalle nove teste, di cui una immortale, e dal fiato pestilenziale.
San Giorgio, patrono d'Inghilterra e paladino della lotta contro i draghi. Egli diviene l'archetipo del buon cristiano che lotta contro il Drago, il Demonio appunto. Non a caso, il picco di diffusione della leggenda si avrà alla fine del XII secolo, quando Riccardo I Cuor di Leone condusse gli inglesi in Terra Santa alla testa di una crociata.
Nella tradizione orale dell'Europa settentrionale, tipicamente pagana, i draghi avevano già in ogni caso una loro fama per nulla rassicurante che fu acuita dal contributo cristiano e messa per iscritto nel periodo medievale. Beowulf, eroe di un poema epico inglese scritto agli inizi dell'VIII secolo d.C., si batte con un drago con risultati davvero insoddisfacenti, mentre è nella Nibelungenlied che l'eroe germanico Sigfrido ci dà l'esempio di un utilizzo opportunistico dei draghi. Dopo averne ucciso uno, si cosparge del suo sangue che lo rende invulnerabile tranne nei punti non raggiunti dal magico unguento; un Achille nordico, arrivato con molti secoli di ritardo.
Come si è potuto leggere, l'evoluzione della figura mitica del drago ha un'ampiezza temporale e spaziale notevole ed è assolutamente slegata dal genere fantasy e dalla sua collocazione tradizionale nella sicilia orientale,numerose leggende narrano il loro insediamento a Paternò,un paesino alle pendici dell'etna,dove furono sconfitti da amazzoni residenti nel territorio,che con coraggio e caparbietà riuscirono con le loro lance a colpire i draghi al centro della loro testa,(il loro punto debole)anche se gli ultimi colpi di coda degli efferati predoni durarono molti anni.
giovedì 11 giugno 2009
Il guerriero è stanco.
Un guerriero della luce non dimentica mai la gratitudine. Durante la lotta è stato aiutato dagli Angeli. Le forze celestiali hanno messo ogni cosa al proprio posto, permettendo a lui di dare il meglio di se. I Compagni commentano: "Com'è fortunato!". E talvolta il Guerriero ottiene assai più di quanto le sue capacità consentano. Perciò, quando il sole tramonta, si inginocchia e ringrazia il Manto Protettore che lo circonda. La sua gratitudine, però, non è limitata al mondo spirituale: egli non dimentica mai gli amici, perchè il loro sangue si è mescolato con il suo sul campo di battaglia. Un Guerriero non ha bisogno che qualcuno gli rammenti l'aiuto degli altri: se ne ricorda da solo, e divide con loro la ricompensa.
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Tutte le strade del momdo conducono al cuore del Guerriero: egli s'immerge senza esitazioni nel fiume di passioni che scorre sempre attraverso la vita. Il Guerriero sa che è libero di scegliere ciò che desidera: le sue decisioni sono prese con coraggio, distacco e, tanlvota, con una certa dose di follia. Accetta le proprie passioni, e le vive intensamente. Sa che non è necessario rinunciare all'entusiasmo delle conquiste: esse fanno parte della vita, e ne gioisce con tutti coloro che ne partecipano. Ma non perde mai di vista le cose durature, e i solidi legami creati attraverso il tempo. Un Guerrierso sa distinguere ciò che è transitorio da quello che è definitivo
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Un Guerriero della Luce non conta solo sulle proprie forze. Usa anche l'energia dell'avversario. Quando inizia il combattimento, tutto ciò che possiede è l'entusiasmo e i colpi che ha appreso durante l'addestramento. A mano a mano che procede nella lotta, scopre che l'entusiasmo e l'addestramento non sono sufficienti per vincere: è necessaria l'esperienza. Allora egli apre il cuore all'Universo e chiede a Dio di ispirarlo, affinchè ogni colpo del nemico diventi una lezione di difesa per lui. I compagni commentano: 2Com'è superstizioso. Ha interotto la lotta per pregare e rispetta i trucchi dell'avversario". A queste provocazioni il guerriero non risponde. Sà che, senza ispirazione ed esperienza, non c'è addestramento che dia risultato.
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Un Guerriero della Luce non imbroglia mai, ma sa distrarre il suo avversario. Per quanto ansioso sia, sfrutta ogni risorsa strategica per raggiungere l'obiettivo. Quando si acorgere di essere allo stremo delle forze, induce il nemico a pensare che stia temporeggiando. Quando sceglie di attaccare da destra, muovele sue truppe verso sinistra. Se intende iniziare la lotta immediatamente, finge di avere sonno e si prepara a dormire. Gli amici commentano: "Vedete, ha perduto l'entusiasmo". Ma lui non dà importanza ai giudizi, perchè gli amici non conoscono le sue tattiche di combattimento. Un Guerriero della Luce sà ciò che vuole. E non ha bisogno di spiegare nulla
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Dice un saggio cinese sulle strategie del Guerriero della Luce: "Fai credere al tuo nemico che non otterrà grandi ricompense se deciderà di attacarti. Così farai diminuire il suo entusiasmo. Non ti vergognare di ritirati provvisoriamente dal combattimento, se capisci che il nemico è più forte. L'importante non è la singola battaglia, ma la conclusione della guerra. Se sarai abbastanza forte, non dovrai neppure vergognarti di fingerti debole. Questo fa perdere al tuo nemico la prudenza e lo spinge ad attaccare anzitempo. In una guerra, la capacità di sorprendere l'avversario è la chiave della vittoria".
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"E' curioso" commenta il Guerriero della Luce fra sè e sè. "Incontro tanta gente che, alla prima occasione, tenta di mostrare il lato peggiore di sè. Cela la forza interiore con l'aggressività; dissimila la paura della solitudine con un'aria di indipendenza. Non crede nelle proprie capacità, ma vive proclamando ai quattro venti i propri pregi". Il Guerriero della Luce legge questi messaggi in tanti uomini e tante donne che conosce. Non si lascia mai ingannare dalle apparenze, e fa di tutto per rimanere in silenzio quando tentato di impressionarlo. Ma coglie l'occasione per correggere le proprie mancanze, giacchè gli uomini sono sempre un ottimo specchio. Un Guerriero approfitta di qualsiasi oppurtunità per imparare.
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Talvolta il Guerriero della Luce lotta con chi ama. L'uomo che tutela i propri amici non è mai vittima delle tempeste dell'esistenza; ha le forze per superare le difficoltà e andare avanti. Eppure, tante volte, si sente sfidato da coloro ai quali cerca di insegnare l'arte della spada. I suoi discepoli lo provocano a un combattimento. E il Guerriero mostra le sue capacità: con pochi colpi fa rotolare a terra le lance degli allievi, e l'armonia ritorna nel luogo in cui si riuniscono. "Perchè farlo, se sei tanto superiore?" domanda un viaggiatore. "Perchè quando mi sfidano, in realtà vogliono parlare di me, e in questo modo io mantengo vivo il dialogo", risponde il Guerriero.
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Prima di affrontare un combattimento importante, un Guerriero della Luce si domanda: "Fino a che punto ho sviluppato la mia abilità?". Egli sa che le battaglie che ha ingaggiato nel passato gli hanno sempre insegnato qualcosa. Eppure, molti di questi insegnamenti hanno fatto soffrire il Guerriero più del necessario. Più di una volta ha perduto il proprio tempo, battendosi per una menzogna. E ha sofferto per uomini che non erano all'altezza del suo amore. I vincenti non ripetono lo stesso errore. Perciò il Guerriero rischia il proprio cuore solo per qualcosa di cui valga la pena.
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Un guerriero della Luce crede nel principale insegnamento dell'I Ching: "La perseveranza è favorevole". Egli sa che la perseveranza non ha niente a che vedere con l'insistenza. Ci sono periodi in cui i combattimenti si prolungano oltre il necessario, esaurendo le forze e indebolendo l'entusiasmo. In quei momenti, il Guerriero riflette: "Una guerra che si prolunga finisce per distruggere anche il vincitore". Allora ritira le proprie forze dal campo di battaglia, e si concede una tregua. Persevera nella volontà, ma sa aspettare il momento migliore per un nuovo attacco. Un Guerriero torna sempre a lottare. Non lo fa mai per caparbietà, ma perchè nota il cambiamento nel tempo.
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mercoledì 10 giugno 2009
lunedì 8 giugno 2009
Da:"Le elezioni" di Giorgio Gaber.
Generalmente mi ricordo
una domenica di sole
una giornata molto bella
un'aria già primaverile
in cui ti senti più pulito
anche la strada è più pulita
senza schiamazzi e senza suoni
chissà perché non piove mai
quando ci sono le elezioni.
Una curiosa sensazione
che rassomiglia un po' a un esame
di cui non senti la paura
ma una dolcissima emozione,
e poi la gente per la strada
li vedi tutti più educati
sembrano anche un po' più buoni
ed è più bella anche la scuola
quando ci sono le elezioni.
Persino nei carabinieri
c'è un'aria più rassicurante
ma mi ci vuole un certo sforzo
per presentarmi con coraggio
c'è un gran silenzio nel mio seggio
un senso d'ordine e di pulizia.
Democrazia!
Mi danno in mano un paio di schede
e una bellissima matita
lunga, sottile, marroncina,
perfettamente temperata
e vado verso la cabina
volutamente disinvolto
per non tradire le emozioni
e faccio un segno sul mio segno
come son giuste le elezioni.
È proprio vero che fa bene
un po' di partecipazione
con cura piego le due schede
e guardo ancora la matita
così perfetta è temperata...
io quasi quasi mela porto via.
Democrazia!
giovedì 4 giugno 2009
Ricordati che TU fai la differenza.
Non cercare mai mezzi termini: non ce ne sono. Leggi in ogni caso.
mia domanda è: tu avresti fatto la stessa scelta ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Ad
una cena di beneficenza per una scuola che cura bambini con problemi di
apprendimento, il padre di uno degli studenti fece un discorso che non
sarebbe mai più stato dimenticato da nessuno dei presenti. Dopo aver
lodato
la scuola ed il suo eccellente staff, egli pose una domanda:
'Quando non viene raggiunta da interferenze esterne, la natura fa il
suo
lavoro con perfezione. Purtroppo mio figlio Shay non può imparare
le cose
nel modo in cui lo fanno gli altri bambini. Non può comprendere
profondamente le cose come gli altri. Dov'è il naturale ordine delle
cose
quando si tratta di mio figlio?'
Il pubblico alla domanda si fece
silenzioso.
Il padre continuò: 'Penso che quando viene al mondo un
bambino come Shay,
handicappato fisicamente e mentalmente, si presenta
la grande opportunità di
realizzare la natura umana e avviene nel modo
in
cui le altre persone
trattano quel bambino.'
A quel punto cominciò
a narrare una storia:
Shay e suo padre passeggiavano nei pressi di un
parco dove Shay sapeva che
c'erano bambini che giocavano a baseball.
Shay chiese: 'Pensi che quei ragazzi mi faranno giocare?'
Il padre di
Shay sapeva che la maggior parte di loro non avrebbe voluto in
squadra
un giocatore come Shay, ma sapeva anche che
se gli fosse stato permesso
di giocare, questo avrebbe dato a suo figlio la
speranza di poter
essere accettato dagli altri a discapito
del suo handicap, cosa di cui
Shay aveva immensamente bisogno.
Il padre si Shay si avvicinò ad uno
dei ragazzi sul campo e chiese (non
aspettandosi molto) se suo figlio
potesse giocare.
Il ragazzo si guardò intorno in cerca di consenso e
disse: 'Stiamo perdendo
di sei punti e il gioco è all'ottavo inning.
Penso che
possa entrare nella squadra: lo faremo entrare nel nono'
Shay
entrò nella panchina della squadra e con un sorriso enorme, si mise su
la maglia del team.
Il padre guardò la scena con le lacrime agli occhi
e con un senso di calore
nel petto.
I ragazzi videro la gioia del padre
all'idea che il figlio fosse accettato
dagli altri.
Alla fine
dell'ottavo inning, la squadra di Shay prese alcuni punti ma era
sempre
indietro di tre punti.
All'inizio del nono inning Shay indossò il
guanto ed entrò in campo.
Anche se nessun tiro arrivò nella sua
direzione, lui era
in estasi solo
all'idea di giocare in un campo da
baseball e con un
enorme sorriso che andava da orecchio ad orecchio
salutava suo padre sugli
spalti.
Alla fine del nono inning la squadra
di Shay segnò un nuovo punto: ora, con
due out e le basi cariche si
poteva anche
pensare di vincere e Shay era incaricato di essere il
prossimo alla battuta.
A questo punto, avrebbero lasciato battere Shay
anche se significava perdere
la partita?
Incredibilmente lo lasciarono
battere.
Tutti sapevano che era una cosa impossibile per Shay che non
sapeva nemmeno
tenere in mano la mazza, tantomeno colpire una palla.
In
ogni caso, come Shay si mise alla battuta, il lanciatore, capendo che
la
squadra stava rinunciando alla
vittoria in cambio di quel
magico
momento per Shay, si avvicinò di qualche passo e tirò la palla così
piano e mirando perché Shay potesse prenderla con la mazza.
Il primo
tirò arrivò a destinazione e Shay dondolò goffamente mancando la
palla.
Di nuovo il tiratore si avvicinò di qualche passo per tirare dolcemente
la
palla a Shay.
Come il tiro lo raggiunse Shay dondolò e questa volta
colpì la palla che
ritornò lentamente verso il tiratore.
Ma il gioco
non era ancora finito.
A quel punto il battitore andò a raccogliere la
palla: avrebbe potuto darla
all' uomo in prima base e Shay sarebbe
stato eliminato
e la partita sarebbe finita.
Invece...
Il tiratore
lanciò la palla di molto oltre l'uomo in prima base
e in modo
che
nessun altro della squadra potesse raccoglierla.
Tutti dagli spalti e
tutti i componenti delle due squadre incominciarono a
gridare: 'Shay
corri in prima base! Corri in prima base!'
Mai Shay in tutta la sua
vita aveva corso così lontano, ma lo fece e così
raggiunse la prima
base.
Raggiunse la prima base con occhi spalancati dall'emozione.
A
quell punto tutti urlarono:' Corri fino alla seconda base!'
Prendendo
fiato Shay corse fino alla seconda trafelato.
Nel momento in cui Shay
arrivò alla seconda base la squadra avversaria aveva
ormai recuperato
la palla..
Il ragazzo più piccolo di età che aveva ripreso la palla
quindi sapeva di
poter vincere e diventare l'eroe della partita,
avrebbe
potuto tirare la
palla all'uomo in seconda base ma fece come il
tiratore prima di lui, la
lanciò intenzionalmente molto oltre l'uomo in
terza base e in modo che
nessun
altro della squadra potesse
raccoglierla.
Tutti urlavano: 'Bravo Shay, vai così! Ora corri!'
Shay
raggiunse la terza base perché un ragazzo del team avversario lo
raggiunse e lo aiutò girandolo nella direzione giusta.
Nel momento in
cui Shay raggiunse la terza base tutti urlavano di gioia.
A quel punto
tutti gridarono:' Corri in prima, torna in base!!!!'
E così fece: da
solo tornò in prima base, dove tutti lo sollevarono in aria
e ne fecero
l'eroe della partita.
'Quel giorno' disse il padre piangendo 'i ragazzi
di entrambe le squadre
hanno
aiutato a portare in questo mondo un
grande dono di vero
amore ed umanità'. Shay non è vissuto fino
all'estate successiva.
E' morto l'inverno dopo ma non si è mai più
dimenticato di essere l'eroe
della partita e di aver reso orgoglioso e
felice suo padre..
non dimenticò mai l'abbraccio di sua madre quando
tornato a casa le raccontò
di aver giocato e vinto.
ED ORA UNA PICCOLA
NOTA AL FONDO DI QUESTA STORIA:
In internet ci scambiamo un sacco di
giochi e mail scherzose senza che
queste ci facciano riflettere,
ma
quando si tratta di diffondere mail sulle scelte della vita noi
esitiamo.
Il crudo, il volgare e l'osceno passano liberamente nel
cyber spazio, ma le
discussioni
pubbliche sulla decenza sono troppo
spesso soppresse
nella nostre scuole e nei luoghi di lavoro.
IO PENSO CHE TUTTI NOI
POSSIAMO FARE LA
DIFFERENZA.
Tutti noi abbiamo migliaia di opportunità, ogni giorno, di
aiutare il
'naturale corso delle cose' a realizzarsi.
Ogni interazione
tra persone, anche la più inaspettata, ci offre una
opportunità:
passiamo una calda scintilla d'amore e umanità o rinunciamo a questa
opportunità e lasciamo il mondo un
po' più freddo?
Un uomo saggio una
volta disse che ogni società è giudicata in base a come
tratta
soprattutto i meno fortunati.
Ora tu hai 2 scelte:
1.Ignorare
2.
inoltrare
Possa questo giorno essere un giorno luminoso....
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