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sabato 26 settembre 2009

«Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo.»Goethe.


Una certa leggenda orientale narra di un mago ricchissimo che possedeva numerose greggi. Quel mago era molto avaro. Egli non voleva servirsi di pastori, e neppure voleva recingere i luoghi dove le sue pecore pascolavano. Naturalmente esse si smarrivano nella foresta, cadevano nei burroni, si perdevano, ma soprattutto fuggivano, perchè sapevano che il mago voleva la loro carne e la loro pelle. E a loro questo certo non piaceva. Così il mago trovò un rimedio: ipnotizzò le sue pecore e cominciò a suggerire loro che la loro anima fosse immortale e che l'essere scuoiate non poteva fare loro alcun male, che tale trattamento, al contrario, era per esse buono, piacevole e persino giusto; poi aggiunse che egli era un buon pastore, che amava talmente il suo gregge da essere disposto a qualsiasi sacrificio nei loro riguardi; infine suggerì loro che se proprio avesse dovuto capitare qualcosa, non poteva in ogni caso capitare in quel momento e nemmeno in quel giorno, e per conseguenza non avevano di che preoccuparsi. Dopo di che, il mago introdusse nella testa delle pecore l'idea che esse non erano affatto pecore; ad alcune disse che erano leoni che potevano ruggire, ad altre che erano aquile che potevano volare, ad altre ancora che erano sapienti uomini o che erano potenti maghi. Ciò fatto, le pecore non gli procurarono più nè noie nè preoccupazioni. Esse non lo fuggivano più, ma attendevano con gioia l'istante in cui il mago le avrebbe scuoiate e scannate...

OGNI RIFERIMENTO A FATTI,PERSONE E COSE DI PATERNO'E' DA RITENERSI CASUALE

venerdì 25 settembre 2009

Per una persona che combatte per un’ideale ce ne sono tantissimi invece che vanno nella direzione opposta. Perché ?



Combattere per un’ideale è una necessità, nasce da un’esigenza, da un bisogno irrefrenabile ed incontenibile che esplode dentro di sé. Arrendersi è un’implosione, combattere è un’esplosione. La prima è qualcosa che si autodistrugge, dentro, senza far rumore, la seconda è qualcosa che si autoalimenta, fuori, urlando alle coscienze altrui.

Si combatte quando si deve difendere qualcosa che ci appartiene: un diritto, un sogno, un progetto. Si combatte quando ci si accorge che quello di cui veniamo continuamente privati ci è necessario per sentirci vivi.

Chi non combatte non ha nulla da difendere perché vive uccidendo i sogni degli altri o perche già morto.

martedì 22 settembre 2009



Quando tutti i pericoli

fossero nella libertà

e tutta la tranquillità nella

servitù, io continuerei

a preferire la libertà;

perchè la libertà è vita

e la servitù è morte.

Daniel Stern

mercoledì 16 settembre 2009

L'uomo e il dodo.


Se si ricerca su google la parola “dodo” una pagina interessante è offerta dalla solita enciclopedia on line wikipedia. I dodo erano uccelli che vivevano nell’isola di Mauritius ed al pari delle galline non volavano anche se a differenza di queste non avevano gustose carni per cui godevano di una relativa tranquillità. Nonostante ciò si sono estinti alla fine del XIX secolo.

“Era inetto al volo, si nutriva di frutti e nidificava a terra.” In pratica era nato perdente.
Anche una gallina è inetta al volo e nidifica a terra ma complice le sue gustose carni è sicuramente un’animale non a rischio estinzione, basta vedere i tantissimi e popolatissimi allevamenti sparsi per il mondo a tutte le latitudini e longitudini, anche se ogni tanto qualche virus ne decima qualche milione di esemplari.

Il dodo inizialmente volava ma poi stanziatosi alle Mauritius avrebbe perso l’attitudine al volo complice un ambiente favorevole, la scarsità di predatori abituali e il clima, in pratica una gran bella vita che offriva la possibilità di limitare spostamenti e migrazioni. Fu così che questi uccelli subirono nel tempo una progressiva atrofizzazione delle ali, e oltre a una modificazione nelle abitudini alimentari con una propensione verso un'alimentazione "a terra" anche delle modifiche alla loro struttura fisica sia relativamente agli arti anteriori e il becco sia le sue dimensioni che aumentarono dai 35 cm di lunghezza ai 50 cm e oltre di quando furono registrati gli ultimi esemplari. Il peso di questi animali si attestò addirittura attorno ai 25-30 kg, d'altronde si sa la vita comoda riempie. Le dimensioni notevoli lo resero, pertanto, un uccello per lo più stazionario, quindi legato molto al suo ambiente.

Da qui nacquero i problemi per lo pseudovolatile. A seguito infatti dell’arrivo dell’uomo alle Mauritius, paradisi, seppur non ancora anche del tipo fiscale, furono introdotte nel loro habitat specie che ne misero in crisi la sopravvivenza sia predandoli sia mangiandone il cibo. Tali specie erano costituite da cani, maiali, e topi.
Secondo alcuni studiosi a favorire la loro estinzione sarebbe stata anche la loro scarsa difendibilità della prole. Sebbene infatti il sapore delle carni di questo uccello non fosse particolarmente gradito ai discendenti dalle scimmie, le uova restavano invece comunque commestibili, anche per alcune delle sopracitate specie antagoniste. In pratica i futuri “figli” dei dodo non riuscivano più nemmeno ad uscire dal “guscio” compromettendo così inesorabilmente e ineluttabilmente ogni eventuale forma di ripresa evoluzionistica come ad esempio riprendere a volare e ridepositare le proprie uova non a terra, d'altronde in natura è proprio la capacità di adattarsi alle situazioni che ha permesso la sopravvivenza di molte specie.

Purtroppo la vita comoda e senza problemi che avevano condotto i dodo fino ad allora, a prescindere se fosse stata reale o illusoria, aveva anestetizzato completamente le loro capacità intellettive complice anche l’ignorare che spesso una vita comoda e senza problemi non è altro che la parte alta di una sinusoide che periodicamente sale e scende, e scende soprattutto quando a causa della globalizzazione arrivano altre specie a visitare i propri territori.
La storia dei dodo non è ovviamente un’invenzione ma una storia vera, una storia che fa riflettere, almeno a me ha fatto molto pensare lasciandomi tra l’altro con un dubbio amletico: “ma se l'uomo discende dalla scimmia perchè "i paternesi"discendono dai dodo ??

lunedì 14 settembre 2009

Oggi a me domani a te.


No,non è la pellicola del western di Tonino Cervi,ma bensì le parole che ha detto una delle attuali precarie senza lavoro che la nuova legge "Gelmini"ha prodotto.
Maestra Maria Gueglielmino cosa si prova a subire la stessa cosa sulla propria pelle?Visto che lei asseriva circa 4 anni fà,in merito al mio ingiusto licenziamento e quello di altre sei colleghe,che il provvedimento era giusto affinchè si facesse una turnazione e non lavorassimo sempre noi.
Ed ecco la Gelmini l'ha servita,il suo ragionamento ha prodotto i suoi frutti,e lei è più precaria di prima.Complimenti la "Guerra dei poveri è servita".

Accursio Miraglia, delitto annunciato


«Meglio morire in piedi, che vivere in ginocchio!
», soleva dire Accursio Miraglia.
Una frase presa in prestito dal romanzo
di Ernest Hemingway «Per chi suona la
campana», ma che lui ormai sentiva come
sua. La ripeteva spesso alla moglie, alle
sorelle e ai compagni del partito e del
sindacato, ogni volta che gli agrari e i gabelloti
mafiosi lo minacciavano o gli facevano
arrivare l’invito a farsi i fatti propri.
In quei primi anni del secondo dopoguerra,
Miraglia era dirigente del Partito
comunista e segretario della Camera del
lavoro di Sciacca. Si era messo in testa di
far applicare anche nel suo paese i decreti
Gullo sulla concessione alle cooperative
contadine delle terre incolte o malcoltivate.
E il 5 novembre 1945 aveva costituito
la «Madre Terra», una cooperativa di
centinaia di braccianti e contadini poveri,
alla quale fece assegnare diversi ettari
di buona terra. Un gravissimo affronto
alla "sacra" proprietà privata, che, giorno
dopo giorno, faceva imbestialire i latifondisti
e i gabelloti mafiosi, che decisero
di fargliela pagare.

sabato 12 settembre 2009

Aaa cercasi camerieri/e esperti/e nell'asservimento.


Con l'avvento del mese di settembre,si ricomincia l'attivita lavorativa,per chi lavora giustamente,io ero un pò speranzosa visto che il comune di Paternò in odor di mafia rischiava lo scioglimento,credo che non succederà niente di tutto questo,cederebbe un ulteriore pilastro dell'attuale governo ormai inabile.
Avevo sognato che con l'avvento di un commissariamento del comune tutti i servizi avrebbero ripreso una loro forma,ad esempio se i servizi sociali dove io esercitavo il mio lavoro,prendevano la forma originaria,si poteva ancora credere che i bambini disabili non erano assistiti da gente senza titolo e senza scrupoli,che si fa raccomandare solo per occupare un posto di lavoro togliendolo a chi ha lavorato con dedizione e impegno per anni,si poteva ancora credere che la giustizia prima o poi trionfa,ma niente di tutto questo nella mia città,continueranno ad esserci le cameriere a posto mio e delle altre mie colleghe,noi che non abbiamo abbassato la testa al potere,proprio così, adesso sono in auge le cameriere,lavorano cioè per i padroni,non perchè lavorando vengano nobilitate,ma altresì usate a piacimento secondo i desideri dei loro padroni,credo sempre più che affinchè regna questa triste realtà la gente come me preferisca rimanere nella solitudine e nel focolare domestico ad accudire i propri cari,sempre, portafoglio permettendo,ma in caso contrario, "GIUSTIZIA",hai tu una soluzione a questa eventualità,visto che ancora dormiente non accenni ad intervenire?

giovedì 10 settembre 2009


Cercate di liberarvi da tutto ciò che vi trattiene, fate il sovrumano sforzo di uscire vivo dal vostro corpo, dai vostri interessi, dai vostri pensieri, dall'umanità intera, per guardare da un'altra parte, e capire come abbiano poca importanza le dispute tra romantici e naturalisti, e le discussioni sul bilancio [...] Ma conoscerete anche la spaventosa solitudine dei disperati. Vi dibattirete smarrito, sopraffatto, nelle incertezze. Griderete "aiuto!" da tutte le parti, e nessuno vi risponderà. Tenderete le braccia, chiamerete per essere soccorso, amato, consolato, salvato: e non verrà nessuno...

mercoledì 9 settembre 2009

"La Rosa Bianca - Sophie Scholl" di Marc Rothemund


Anche se non capisco molto di politica, e non ho nemmeno l'ambizione di capirla, tuttavia possiedo un pochino il senso di che cosa è giusto e di che cosa è ingiusto, perché questo non ha nulla a che fare con la politica e con la nazionalità. E mi viene da piangere, per come sono crudeli gli uomini nella grande politica, per come tradiscono i loro fratelli solo per averne un vantaggio. Non è scoraggiante, a volte? Spesso non mi auguro nient'altro che di vivere in un'isola alla Robinson Crusoe. A volte sono tentata di considerare l'umanità come una malattia della pelle della terra. Ma solo qualche volta, quando sono molto stanca, e mi vedo davanti uomini così grandi, che sono peggiori delle bestie. In fondo però si tratta solo di tener duro, di resistere, nella massa che non tende a null'altro che al proprio tornaconto. Per loro, per raggiungere questo obiettivo, ogni mezzo è giusto. Questa massa è così travolgente, che si deve essere già cattivi semplicemente per restare in vita. Probabilmente solo un uomo finora è riuscito a percorrere tutta la strada, diritto fino a Dio. Ma chi la cerca ancora, oggi?

martedì 8 settembre 2009

La gente crede di inseguire le stelle e finisce come un pesce rosso in una boccia.


A quanto pare, ogni tanto gli adulti si prendono una pausa per sedersi a contemplare il disastro della loro vita. Allora si lamentano senza capire e, come mosche che sbattono sempre contro lo stesso vetro, si agitano, soffrono, deperiscono, si deprimono e si chiedono quale meccanismo li abbia portati dove non volevano andare.

Per i più intelligenti diventa perfino una religione: ah, spregevole vacuità dell'esistenza borghese! Alcuni cinici di questo tipo cenano alla tavola di papà: “Cosa ne è stato dei nostri sogni di gioventù?” si domandano con aria disincantata e soddisfatta. “Sono volati via, e la vita è proprio bastarda”.

Non sopporto questa finta lucidità dell'età matura. La verità è che sono come tutti gli altri, ragazzini che non capiscono cosa sia successo e che giocano a fare i duri mentre avrebbero voglia di piangere.

Eppure non è così difficile da capire.

Il problema è che i bambini credono ai discorsi dei grandi e, una volta grandi, si vendicano ingannando a loro volta i figli. “La vita ha un senso e sono gli adulti a custodirlo” è la bugia universale cui tutti sono costretti a credere. Da adulti, quando capiamo che non è vero, ormai è troppo tardi. Il mistero rimane, e tutta l'energia disponibile è andata da tempo sprecata in stupide attività. Non resta che cercare di anestetizzarsi, nascondendo il fatto che non riusciamo a dare un senso alla nostra vita e ingannando i nostri figli per cercare di convincere meglio noi stessi.

La mia famiglia frequenta tutte le persone che hanno seguito lo stesso percorso: una gioventù passata a cercare di mettere a frutto la propria intelligenza, a spremere come un limone i propri studi e ad assicurarsi una posizione al vertice, e poi tutta una vita a chiedersi sbalorditi perché tali speranze siano sfociate in un'esistenza così vana.

La gente crede di inseguire le stelle e finisce come un pesce rosso in una boccia.

Mi chiedo se non sarebbe più semplice insegnare fin da subito ai bambini che la vita è assurda. Questo toglierebbe all'infanzia alcuni momenti felici, ma farebbe guadagnare un bel po' di tempo all'adulto – senza contare che si eviterebbe almeno un trauma, quello della boccia.

L'eleganza del riccio – Muriel Barbery

Bla ....bla.......bla.....


Ma chi sei ???Sembra quasi la domanda che ti si rivolge quando ti guardano,ma chi sei!!!!
La tua posizione nella società è omologata alla nostra?
Ma che fai!!!Non vorrai mica passare le giornate a casa a fare giardinaggio e a leggere anzichè venire con noi?
Non vieni da Letizia a vedere il suo ultimo burberry?
Non mi dire che vuoi fare davvero questo lavoro!!!!!Oh poverina!!!!
Non vieni con noi in discoteca a sballarci un pò,anzichè andare a una noiosa cena a lume di candela?
Bla,bla,bla..............

venerdì 4 settembre 2009

"Odio l'estate"...................


....... dicevano le parole di una canzone di Bruno Martino,aveva proprio ragione,sembra che sia ormai la stagione dedicata agli imbecilli o forse diamo l'impressione di esserlo ai mass media,sta di fatto che quando arriva l'estate siamo privati in tv dei programmi di approfondimento socio-culturale,tutti vanno in vacanza tranne gli imbecilli,nei telegiornali padroneggiano notizie tipo: come prendere un abbronzatura perfetta,non uscire nelle ore più calde magari facendo attenzione a non mettere il visone e la sciarpa,una volta ho pure sentito un giornalista che incitava a portare le persone anziane nei centri commerciali essendo provvisti di impianti di climatizzazione,così dopo gli animali abbandonati sul ciglio della strada avremmo gli anziani abbandonati nei centri commerciali,non è più semplice magari regalare ai propri cari un climatizzatore,vista anche la pensioncina da dopoguerra che si ritrovano?
Per non parlare dei telegiornali locali che trasmettono dalla mia città o dalle zone limitrofe della stessa,vanno in ferie, non ci crederete ma vanno in ferie, possono capitare omicidi,catastrofi,terremoti,ma si deve andare in ferie, anche l'informazione deve riposarsi.
Non vedo l'ora che la stagione fredda si avvicini,così che si ritorni alla normale e "così e se vi pare" squallida routine quotidiana.

mercoledì 2 settembre 2009

Allucinante, il destino di otto persone in mano a degli sconosciuti che non conoscono storia, competenze e realtà quotidiane della società.


Vota quale impiegato lasciare a casa
«Tu scegli, noi licenziamo»
Il direttore di un’agenzia pubblicitaria vuole licenziare uno degli otto creativi. Ma a sceglierlo sarà la rete.
MILANO – Licenziare in maniera creativa? Si può. A fine gennaio uno degli otto dipendenti di un’agenzia pubblicitaria belga dovrà liberare la sua scrivania. Ma non perché lo ha deciso il capouffico. Saranno gli utenti del web a consegnargli la lettera virtuale di licenziamento.
A differenza di altre città,come la mia ad esempio qui si usano mezzi molto più rudimentali come ad esempio,fare scegliere agli stessi lavoratori,ti fai raccomandare e spari il nome di chi è più antipatico e che ritieni pericoloso all'organizzazione di tipo clientelare.

LICENZIATO! - La crisi economica ha investito anche il settore della comunicazione e del marketing. Per far fronte ai costi e rimanere a galla anche nel 2009 il direttore dell’agenzia pubblicitaria «So Nice» del Belgio ha deciso di licenziare almeno una persona tra gli otto creativi. Ma il dilemma è chi? Sono tutti ottimi impiegati. Ha scelto una via inconsueta – che solo un’agenzia di comunicazione avrebbe potuto escogitare. Saranno infatti gli utenti della rete coloro ai quali spetta l’ingrato compito di congedare un dipendente.

http://www.corriere.it/cronache/08_dicembre_19/licenziamenti_belgio_elmar_burchia_1c39cf32-cd9c-11dd-af32-00144f02aabc.shtml